Lapsus a #Restart antimafia: il nostro intervento

restart#Storia: è questa la parola che ci è stata assegnata dall’Associazione daSud all’interno del talk di oltre cinquanta personalità dal mondo della cultura a quello istituzionale, dal giornalismo allo spettacolo, dall’associazionismo al mondo del lavoro, che si è tenuto domenica 27 settembre alla Casa del Jazz di Roma. Il talk è stato uno degli eventi più significativi di #Restart, il “Festival della creatività antimafia e dei diritti” promosso proprio da daSud per festeggiare i primi dieci anni di attività. Per l’occasione infatti, l’associazione antimafia che da anni promuove percorsi di antimafia sociale nella capitale, ha chiamato a raccolta associazioni, comitati, istituzioni e liberi cittadini per progettare un cambio di punto di vista sul futuro di Roma e dell’antimafia e mettere in campo “un ragionamento che sia fuori dalla logica dell’emergenza, dalle fughe in avanti, dalle scorciatoie razziste e giustizialiste e che sia invece dentro un quadro che tenga insieme un nuovo decentramento, interventi sulle aree – geografiche e sociali – del disagio, progetti innovativi per i beni pubblici come luoghi di promozione sociale e culturale e di composizione degli interessi territoriali”.

Di seguito, vi proponiamo il video ed il testo dell’intervento che Ciro Dovizio, a nome di Lapsus, ha tenuto nel talk, sulla parola assegnataci: Storia.

Lapsus è un’associazione nata all’Università Statale di Milano nel 2007, che si occupa di storia contemporanea tra l’Ateneo e il territorio attraverso varie iniziative. Lapsus non nasce come un’associazione antimafia, ma cerchiamo di fare antimafia attraverso un filtro, che è il filtro disciplinare della storia. Organizziamo laboratori universitari di approfondimento, proponiamo alle scuole alcuni percorsi tematici, siamo in contatto con enti locali, fondazioni e centri di ricerca per sviluppare alcuni progetti.

Abbiamo conosciuto l’Associazione “daSud” nel febbraio di quest’anno, quando abbiamo inaugurato la mostra “900 criminale”, un itinerario multimediale in cui si ricostruisce, in parallelo, la storia di mafia, camorra e ‘ndrangheta da’’800 ai giorni nostri.

Perché è importante il punto di vista storico nello studio di questi fenomeni?  Perché la storia consente di restituire profondità temporale a un tema che, nell’immaginario collettivo, viene collocato in un eterno presente. Secondo il senso comune le mafie ci sono da sempre e perciò sono destinate ad esistere qualunque cosa accada, in un tempo indefinito. Questo approccio determina un effetto psicologico paralizzante, perché non consente di immaginare una società diversa, alternativa all’esistente. Un atteggiamento di questo tipo induce alla rassegnazione e alla rinuncia.
E invece bisogna ricordare quanto diceva qualcuno che la mafia la conosceva bene, e non soltanto in veste di magistrato, ma anche in qualità di studioso del fenomeno: Giovanni Falcone. Egli sosteneva che “la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine”.

Quindi, per un’antimafia efficace bisogna rimettere la storia al centro del dibattito, bisogna intendere la storia non soltanto come una disciplina scientifica, ma anche come uno strumento di militanza civile e sociale, uno strumento di lettura critica della realtà. La storia deve essere anche un sapere condiviso, deve divenire patrimonio collettivo, un mezzo per costruire identità e mobilitare il tessuto sociale al cambiamento, all’immaginazione di un’alternativa.  Soprattutto, la storia deve essere strumento di lotta contro ogni forma di mistificazione, contro gli stereotipi, contro le menzogne interessate.

Per fare “Restart”, per fare una buona antimafia, aperta, sociale, consapevole, con una base culturale solida, la storia continua ad essere un punto di riferimento imprescindibile.

Ciro Dovizio, Lapsus

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Ciro Dovizio

Dottorando in Studi sulla Criminalità Organizzata all’Università degli Studi di Milano, con un progetto sul giornale palermitano «L’Ora» durante la direzione di Vittorio Nisticò (1954-75). È, per Lapsus, il coordinatore del progetto “Novecento criminale” e curatore scientifico dell’omonima mostra multimediale. È inoltre redattore di «Historia Magistra. Rivista di Storia Critica»; e membro Sissco (Società italiana per lo studio della storia contemporanea). Gli ambiti di interesse della sua ricerca sono: mafia e crimine organizzato nell’Italia contemporanea; neofascismo; storia del giornalismo italiano.

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