Scrivere di antimafia, in queste settimane, è forse ancora meno facile che in altri periodi. La delegittimazione e la crisi di credibilità, dovuta ai recenti fatti che hanno coinvolto ad esempio il giornalista Pino Maniaci – al di là di come si svilupperà l’iter giudiziario – piuttosto che Rosy Canale, o Silvana Saguto, impongono dunque ancora più attenzione, cautela e serietà. In più, il contesto della campagna elettorale che caratterizza le principali città italiane, da Roma, a Milano, da Napoli a Bologna, fa si che il rischio di prestare il fianco a strumentalizzazioni dell’uno o dell’altro campo, sia reale.
In questo quadro tuttavia, facciamo nostro con convinzione, lo stimolo che arriva dall’Associazione daSud: nelle campagne elettorali in corso, nel dibattito in corso nelle città e nel paese, mancano riflessioni e progettualità serie ed articolate sull’antimafia. Manca l’antimafia intesa non come fine, come necessità di plasmare eroi o come brand per intercettare nicchie di pubblico od elettorali (come si è dimostrato una volta di più lo scorso 23 maggio, in occasione dell’anniversario della Strage di Capaci, con tweet e post commemorativi), ma come punto di vista e come antimafia sociale. E crediamo che questo valga anche per Milano.
#Storia: è questa la parola che ci è stata assegnata dall’Associazione daSud all’interno del talk di oltre cinquanta personalità dal mondo della cultura a quello istituzionale, dal giornalismo allo spettacolo, dall’associazionismo al mondo del lavoro, che si è tenuto domenica 27 settembre alla Casa del Jazz di Roma. Il talk è stato uno degli eventi più significativi di #Restart, il “Festival della creatività antimafia e dei diritti” promosso proprio da daSud per festeggiare i primi dieci anni di attività. Per l’occasione infatti, l’associazione antimafia che da anni promuove percorsi di antimafia sociale nella capitale, ha chiamato a raccolta associazioni, comitati, istituzioni e liberi cittadini per progettare un cambio di punto di vista sul futuro di Roma e dell’antimafia e mettere in campo “un ragionamento che sia fuori dalla logica dell’emergenza, dalle fughe in avanti, dalle scorciatoie razziste e giustizialiste e che sia invece dentro un quadro che tenga insieme un nuovo decentramento, interventi sulle aree – geografiche e sociali – del disagio, progetti innovativi per i beni pubblici come luoghi di promozione sociale e culturale e di composizione degli interessi territoriali”.
Di seguito, vi proponiamo il video ed il testo dell’intervento che Ciro Dovizio, a nome di Lapsus, ha tenuto nel talk, sulla parola assegnataci: Storia.
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