Che l’università italianasia in una fase di profonda crisi, ristrutturazione e decadimento, non è una novità. Non passa semestre che non vengano diramati studi sull’arretramento in ogni tipo di ranking dei nostri atenei, sotto qualsiasi criterio o lente li si valuti, piuttosto che dati allarmanti sull’inefficacia dei diplomi di laurea in ottica occupazionale. Secondo la classifica della rivista specializzata americana Times Higher Education, nel 2011 la prima università italiana per qualità è Trieste, che risulta però al 217° posto mondiale. A spiegazione dei risultati è interessante porre l’attenzione sui finanziamenti agli atenei nelle varie nazioni: gli Stati Uniti spendono il doppio di molti paesi europei nell’istruzione universitaria e cioè il 2,9% del Pil, rispetto alla media Ocse dell’1,4. Da notare che in Italia si investe nelle università solo lo 0,9% del PIL (e questo prima che venissero attuati gli enormi tagli stabiliti dal governo Berlusconi). Inutile dire che la situazione peggiorerà inevitabilmente nei prossimi anni.
A tutto questo si aggiungono gli effetti della crisi, che colpisce ormai pesantemente anche i laureati, come evidenziato in maniera significativa da uno studio di Almalaurea del marzo 2012. “Pochi, scarsamente occupati e sottopagati. E’ il preoccupante identikit dei laureati italiani a un anno dal conseguimento del titolo di studio”, afferma uno studio de Ilsole24ore del 7 marzo scorso. Ma l’aspetto più interessante è un altro.
Il percorso sul rapporto tra università e lavoro è una delle novità che abbiamo introdotto dopo la nascita della nostra associazione, alcuni mesi fa. Non siamo ovviamente in grado di promettere un lavoro a nessuno, tantomeno a noi stessi, ma in un momento di crisi profonda come quello che stiamo attraversando, abbiamo ritenuto urgente e necessario affrontare questo percorso.
L’impegno che vogliamo prendere è quello di favorire una migliore conoscenza del mondo del lavoro tra gli studenti, sia per quanto riguarda le sue esigenze, e le conseguenti innovazioni e modifiche che la struttura e la concezione dei nostri corsi di laurea dovranno affrontare al più presto, sia per quanto riguarda un rilancio della cultura del lavoro, sempre più inesistente nelle nostre generazioni, in balia delle ingannevoli e rapaci onde della precarietà.
A quarant’anni dall’approvazione dello Statuto dei Lavoratori, che cosa è cambiato? Di fronte a uno statuto formalmente inalterato, una realtà lavorativa sempre più distante da quella degli anni in cui lo statuto venne conquistato. Quale futuro per le giovani generazioni?
interverranno: Claudia Magnanini, docente di Storia dell’Europa contemporanea presso l’Uinversità Statale di Milano; Elena Lattuada, segretario generale CGIL lombardia; Massimo Laratro, Avvocato Punto San Precario
da martedì 27/4 a giovedì 29/4
atrio ascensori, Università Statale, proiezione del video della WebTv CGIL Lombardia:“1969: protagonisti del cambiamento” una raccolta di testimonianze e filmati d’archivio per raccontare quelle lotte unitarie che apriranno una stagione eccezionale.