Il Rettore Gianluca Vago permette l’ingresso in Università della polizia.
Ieri pomeriggio l’Università degli studi di Milano ha subito uno sfregio gravissimo. Da anni infatti non si assisteva all’irruzione violenta della polizia in assetto antisommossa all’interno dell’università: questo è quanto avvenuto ieri quando, dopo lo sgombero e la distruzione dei locali della libreria ex-cuem da parte dell’università per la costruzione di un nuovo spazio adibito a macchinette del caffè (si, avete letto bene), polizia e carabinieri hanno caricato violentemente gli studenti che stavano chiedendo con determinazione ma senza alcuna violenza, un nuovo spazio dove poter proseguire il loro progetto.
Lunedì 15 e martedì 16 ottobre si terrà il primo turno delle elezioni per il nuovo Rettore dell’Università degli studi di Milano. I seggi chiuderanno martedì alle 13 e lo spoglio inizierà non appena arriveranno nella sede di via Festa del Perdono le urne provenienti dalle sedi decentrate.
Lapsus, dalle ore 14 di martedì 16 ottobre, seguirà in diretta lo spoglio del primo turno dal seggio centrale di via Festa del Perdono, aggiornando costantemente sui dati di affluenza alle urne e sui risultati.
Che l’università italianasia in una fase di profonda crisi, ristrutturazione e decadimento, non è una novità. Non passa semestre che non vengano diramati studi sull’arretramento in ogni tipo di ranking dei nostri atenei, sotto qualsiasi criterio o lente li si valuti, piuttosto che dati allarmanti sull’inefficacia dei diplomi di laurea in ottica occupazionale. Secondo la classifica della rivista specializzata americana Times Higher Education, nel 2011 la prima università italiana per qualità è Trieste, che risulta però al 217° posto mondiale. A spiegazione dei risultati è interessante porre l’attenzione sui finanziamenti agli atenei nelle varie nazioni: gli Stati Uniti spendono il doppio di molti paesi europei nell’istruzione universitaria e cioè il 2,9% del Pil, rispetto alla media Ocse dell’1,4. Da notare che in Italia si investe nelle università solo lo 0,9% del PIL (e questo prima che venissero attuati gli enormi tagli stabiliti dal governo Berlusconi). Inutile dire che la situazione peggiorerà inevitabilmente nei prossimi anni.
A tutto questo si aggiungono gli effetti della crisi, che colpisce ormai pesantemente anche i laureati, come evidenziato in maniera significativa da uno studio di Almalaurea del marzo 2012. “Pochi, scarsamente occupati e sottopagati. E’ il preoccupante identikit dei laureati italiani a un anno dal conseguimento del titolo di studio”, afferma uno studio de Ilsole24ore del 7 marzo scorso. Ma l’aspetto più interessante è un altro.
Il percorso sul rapporto tra università e lavoro è una delle novità che abbiamo introdotto dopo la nascita della nostra associazione, alcuni mesi fa. Non siamo ovviamente in grado di promettere un lavoro a nessuno, tantomeno a noi stessi, ma in un momento di crisi profonda come quello che stiamo attraversando, abbiamo ritenuto urgente e necessario affrontare questo percorso.
L’impegno che vogliamo prendere è quello di favorire una migliore conoscenza del mondo del lavoro tra gli studenti, sia per quanto riguarda le sue esigenze, e le conseguenti innovazioni e modifiche che la struttura e la concezione dei nostri corsi di laurea dovranno affrontare al più presto, sia per quanto riguarda un rilancio della cultura del lavoro, sempre più inesistente nelle nostre generazioni, in balia delle ingannevoli e rapaci onde della precarietà.