Archivio Autore

Erica Picco

Classe 1990, una laurea in Storia, una in Antropologia politica, è la presidente di Lapsus. Ha occhi e orecchie dappertutto e quando entra in modalità multi-tasking è in grado di gestire contemporaneamente una notevole quantità di progetti. In Lapsus ha partecipato attivamente alla progettazione della mostra '900 Criminale, Eros, Rivoluzione e Musica e Autista Moravo. È stata tra i progettisti dei laboratori didattici per le scuole. Dal 2016 partecipa alla raccolta di testimonianze IBCC Digital Archive. Ha pubblicato un saggio con Sara Troglio nel volume collettaneo "Dopo le bombe. Piazza Fontana e l'uso pubblico della storia" (Mimesis, 2019). Ad oggi coordina il settore didattico, quello amministrativo e la comunicazione dell'associazione. Il suo nemico naturale è la noia.

International Bomber Command Centre. Un museo e un archivio digitale per una memoria “difficile”.

Nel 2015, a settant’anni dalla fine della guerra, l’arcivescovo di Canterbury ha chiesto scusa pubblicamente per il bombardamento di Dresda (13-15 febbraio 1945) che causò tra le 25mila e le 40mila vittime civili. Durante la commemorazione dell’evento ha dichiarato: 

“Settant’anni fa le nostre nazioni e popoli erano in guerra. Per tre giorni in Febbraio i bombardieri alleati portarono morte e distruzione su una scala e con una ferocia impossibili da immaginare. […] Nella rabbia della guerra i nostri cuori inevitabilmente si induriscono e una forza sempre più brutale e devastante viene sprigionata. […] Questo è il raid più controverso della campagna di bombardamento alleata ed è oggetto di ampio dibattito. […] In ogni caso, l’evento che si svolse qui settant’anni fa lascia una ferita profonda e affievolisce tutta la nostra umanità. […] Così, come seguace di Gesù, io sono qui tra voi con un sentimento intenso di pentimento e profondo dolore.”

Queste parole hanno suscitato grande dibattito nel Regno Unito. In particolare, nessuno prima di allora aveva mai chiesto pubblicamente scusa per un atto che, secondo la narrazione pubblica inglese, era non solo necessario ma anche “giusto”. 
L’arcivescovo ha così subito pesanti critiche da parte del mondo politico, accademico e dell’opinione pubblica inglese, riaccendendo un focolaio mai sopito. 
“Scusarsi per aver sconfitto Hitler è quantomeno bizzarro.” “l’ultima cosa che dovremmo fare è chiedere scusa. Dovremmo essere elogiati per aver sconfitto Hitler.” “Winston Churchill pensava che il bombardamento di Dresda fosse andato troppo oltre. Tuttavia non avrebbe mai pensato di scusarsi per questo.” “Quelle parole sono un insulto ai giovani uomini che hanno dato la vita nella sconfitta della Germania” sono solo alcuni dei commenti alla dichiarazione dell’arcivescovo, segno di una memoria che fatica ad uscire dal registro celebrativo.

Dresda, le macerie dopo il bombardamento. Sulla città vennero scaricate oltre 3000 tonnellate di esplosivo.

Nel discorso pubblico inglese infatti la Seconda guerra mondiale è narrata come: una “guerra giusta”, perché combattuta contro un nemico, il Nazismo, considerato assoluto e “non voluta”, perché nata in seguito all’aggressività tedesca; una guerra combattuta secondo mezzi leciti, seguendo le regole del “fair play” in opposizione alle atrocità perpetrate dai nazisti; una bella storia da raccontare, perché unisce la nazione.

Da questa narrazione tuttavia è escluso il punto di vista dei civili bombardati durante le operazioni aeree, che rappresentano un elemento problematico.

Da questo contesto nasce il progetto di raccontare questa storia con un diverso approccio. Durante la Seconda guerra mondiale dal Lincolnshire in particolare partivano i bombardieri inglesi diretti nei punti nevralgici della Germania, dell’Italia e nei territori occupati dai nazisti. Oggi nella città di Lincoln ha sede l’International Bomber Command Centre, un museo e memoriale che si pone l’obiettivo di raccontare una storia più sfaccettata, anche attraverso le testimonianze dei civili vittime dei bombardamenti alleati, raccolte in tutta Europa e digitalizzate in un grande archivio gratuito. Lapsus sta contribuendo alla raccolta di queste testimonianze, che ora sono conservate nell’IBCC Digital Archive.
La sfida è la riconciliazione di una memoria problematica: tenere insieme le testimonianze di chi bombardava e chi veniva bombardato, con lo scopo di cogliere le infinite e più complesse sfumature di un evento storico che ha inciso su milioni di vite umane.

IL NOSTRO CONTRIBUTO PER L’IBCC

Per due anni abbiamo collaborato con l’International Bomber Command Centre e alla vigilia dell’inaugurazione dell’archivio, in cui saremo presenti il 5 settembre, vogliamo raccontarvi questo viaggio fatto di ricerca e di incontri.

Dall’inizio del progetto abbiamo raccolto circa 30 interviste, realizzate applicando le metodologie della storia orale, volte ad ottenere testimonianze libere, non influenzate dalle domande dello storico. 
Dietro ognuna di esse però c’è un volto, un nome, dei ricordi che riemergono dopo 80 anni di vita vissuta. 
Dietro ognuna di esse c’è un incontro: fra noi e una persona, ormai anziana, vissuta sotto i bombardamenti Alleati in Italia, che ha voluto raccontarci la sua storia, per aiutarci a costruire questo grande archivio della nostra Storia.
E così, fra caffè e vecchi salotti, abbiamo visto queste persone ricostruire un mondo lontano, fatto di cortili popolari e licei del centro, di lavoro in fabbrica e di fame. 
Sono riemerse figure vivide: fratelli non più tornati da Stalingrado, vicini di casa fascistissimi, nonne partite su un treno per il Reich, amicizie d’infanzia e zii partigiani. 
Ci sono state affidate le memorie di notti tremende spese nei rifugi antiaereo, di pomeriggi passati nascosti nei fossi dei campi, di ritorni a casa, con la paura di trovarla distrutta. Scene drammatiche che spesso però hanno lasciato il posto a momenti di risa, quando gli intervistati ricordavano con nostalgia i piccoli scherzi fra bambini e le corse in bicicletta sotto i razzi: sciocche prove di abilità di una infanzia cresciuta nel mito dittatoriale della violenza e trovatasi catapultata nella Seconda Guerra Mondiale.
Ora che l’archivio sta per esser ultimato, ognuna di queste memorie verrà unita a molte altre, creando un mosaico sfaccettato di voci e sguardi che travalicherà la sola conservazione storica, provando a fornire uno strumento che possa far emergere contesti e azioni, scelte e casualità che creano e ricreano la Storia.

IL 5 SETTEMBRE SAREMO A LINCOLN

Il 5 settembre prossimo saremo alla University of Lincoln, tra gli ospiti della conferenza Heritage Dot. Sarà l’occasione per inaugurare ufficialmente l’archivio digitale e raccontare la nostra esperienza come ricercatori e intervistatori.

Scarica qua il comunicato stampa

L’International Bomber Command Centre (Lincoln)
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5 x Mille a Lapsus

Lapsus è un laboratorio di idee sulla storia contemporanea che coniuga ricerca e divulgazione attraverso diverse forme di comunicazione.

Chi ci conosce sa che da anni ci occupiamo di percorsi didattici per le scuole, progetti di public history, raccolta di testimonianze, mostre, documentari, iniziative culturali e tutto ciò che può consentirci di affrontare i temi storici a noi più cari con la consueta attenzione ai diversi linguaggi di comunicazione.

Lapsus è sempre stata e continuerà ad essere un’associazione di promozione sociale indipendente, la cui attività è sostenuta dal volontariato, dalle quote associative e dai contributi occasionali dei soggetti con cui collaboriamo.

Ogni anno cresciamo un po’ di più e di conseguenza crescono anche le spese. Per sostenere, promuovere e potenziare le nostre attività sul territorio e per garantire eventi culturali di sempre più alto livello, ti invitiamo quindi a donare il tuo 5 x mille ai nostri progetti.

Nella tua dichiarazione dei redditi scrivi il codice fiscale di Lapsus nel riquadro dedicato al sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale.

 

APS Lapsus – Laboratorio di analisi storica del mondo contemporaneo

Codice fiscale: 97600850156

 

Il tuo contributo andrà a sostenere:

  • laboratori didattici per le scuole medie e superiori, soprattutto nelle scuole che hanno meno risorse;
  • iniziative culturali di divulgazione e approfondimento sul territorio, in collaborazione con enti, associazioni, circoli e tutti i soggetti della nostra rete;
  • produzione e promozione di documentari e mostre di divulgazione storica;
  • progetti di public history e raccolta di testimonianze orali.

Un piccolo contributo, anche minimo, che sommato a quello di tutti gli altri può fare la differenza.

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Under. Giovani, mafia e periferie. Presentazione del libro

Negli ultimi mesi Zeno Gaiaschi e Sara Troglio di Lapsus hanno partecipato alla redazione dell’inchiesta collettiva Under. Giovani, mafia e periferie (Giulio Perrone Editore, 2017) a cura di Marco Carta e Danilo Chirico.

In particolare il loro saggio “Realtà digitali. La mafia è solo un gioco” tratta un argomento piuttosto inesplorato, ossia il rapporto tra giovani generazioni, fascinazione mafiosa e videogiochi. L’indagine cerca di fare chiarezza rispetto ad alcuni punti essenziali: esiste un rapporto tra violenza giocata e violenza reale? Come viene trattata l’immagine della mafia nei principali titoli di gioco che ne narrano le vicende? Qual è lo stato del dibattito pubblico relativo a questo medium?

Nella redazione del saggio si sono potuti avvalere dei contributi di Andrea Dresseno, Costanzo Colombo Reiser, Flavio Pintarelli e Rosy Nardone.

Il libro sarà presentato in due differenti occasioni:

  • Domenica 1 ottobre – ore 19.00 – Piazza del Mercato, Pioltello (MI)
    In occasione del Festival LegalMente – Pioltello contro le mafie, lo presenteremo insieme ai curatori, alla presenza dei ragazzi del circolo Malabrocca e del rapper Kiave
  • Lunedì 2 ottobre – ore 21:00 – Via Cesariano 7, Milano (M2 Moscova)
    Presso la Librosteria
    Modera:
    Roberto Maggioni, giornalista di Radio Popolare
    Intervengono:
    Danilo Chirico, giornalista, presidente di DaSud e co-curatore del libro
    Marco Carta, giornalista e co-curatore del libro
    Laboratorio Lapsus

Legalmente – Manifesto generale (programma completo del festival)

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‘900 Criminale a Pioltello | Dal 30 settembre al 21 ottobre 2017

La mostra ‘900 Criminale prosegue il suo tour e fa tappa a Pioltello, in occasione del Festival LegalMente – Pioltello contro le mafie.

Le vicende di Mafia, Camorra e ‘Ndrangheta costituiscono parte integrante della storia d’Italia. Sebbene dal XIX secolo ad oggi queste forme di criminalità organizzata abbiano condizionato, ad ogni livello, la vita politica, economica e sociale del paese, il loro ruolo è stato a lungo, e in parte lo è tuttora, sottovalutato. La mostra intende allora fornire al pubblico un’occasione di conoscenza e di confronto, inquadrando le mafie nella biografia della nazione e riflettendo tanto sui loro rapporti con politica e società, quanto su quelle forze che, nel corso del tempo, le hanno combattute.

‘900 Criminale è un itinerario multimediale che ripercorre la storia di Mafia, Camorra e ‘Ndrangheta tra Otto e, soprattutto, Novecento, articolandosi in 7 fasi cronologiche e 14 approfondimenti tematici.
Per approfondire, visita il sito http://www.novecentocriminale.it/

L’inaugurazione si terrà Sabato 30 settembre alle ore 17.00 presso la Sala consiliare, Pioltello
Con interventi di:
Ivonne Cosciotti, Sindaco di Pioltello
Jessica D’Adamo, Assessore alla Cultura
Saimon Gaiotto, Vicesindaco e Assessore all’Urbanistica
Nando dalla Chiesa, Ordinario di Sociologia della criminalità organizzata, Università di Milano
Erica Picco, Presidente Associazione Lapsus
Ciro Dovizio, Lapsus, Coordinatore della mostra

Legalmente – Manifesto generale (programma completo del festival)

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