Mario Candotto, Ennio Trivellin, Vera Michelin Salomon e Bruno Bertoldi. Ascolta le loro storie qui: http://bit.ly/2yPc4wc
Trasferimento coatto di un prigioniero, privato dei diritti politici e civili, verso un luogo detentivo relegato in un territorio lontano dalla madrepatria.
Circa 40mila persone hanno subito questa sorte tra il 1943 e il 1945, partendo dall’Italia e, dopo viaggi estenuanti, approdando infine nei lager del Terzo Reich.
Privati degli affetti, del proprio nome e della dignità, furono trattati alla stregua di merce. Considerati nemici, traditori, minacce, “feccia”, “zavorre”, “degenerati” o “di razza inferiore”.
Insieme ad ANED abbiamo ideato un corso online per raccontarne le tante e diverse storie.
Leonardo Zanchi, Vicepresidente Aned Bergamo, è tra i volti del videocorso.
Un corso aperto a tutti, che unisce la memoria di chi quegli eventi li ha vissuti sulla propria pelle e la storia complessa e articolata dell’Europa hitleriana, affiancando videolezioni di taglio storico alle testimonianze dei sopravvissuti.
Partendo dal contesto internazionale ed europeo, si affronteranno i meccanismi che hanno permesso l’ascesa e il consolidamento di nazismo e fascismo, con particolare enfasi su come è stato possibile per questi movimenti, nati nelle piazze e che parlavano alle pance della gente, creare consenso e trasformarsi in dittature istituzionalizzate.
Attraverseremo il complesso sistema dei lager, la pianificazione massificata delle deportazioni, la classificazione delle categorie “indesiderate” e lo sfruttamento schiavile degli internati. Ma si parlerà anche delle conseguenze sull’oggi, dei “canali della continuità” (come ci insegna Claudio Pavone) tra le istituzioni fasciste e il dopoguerra, si metterà ordine tra fenomeni come negazionismo, neo-negazionismo, revisionismi e post-antifascismo.
Abbiamo cercato di costruire questo corso secondo il nostro metodo didattico: usando tanti materiali multimediali (mappe, infografiche, video, documenti, glossari, bibliografie) per permettere un approfondimento ricco e diversificato; e, come sempre, a un approccio evenemenziale abbiamo preferito l’attenzione ai processi di trasformazione, alle continuità e alle rotture, ai fenomeni di lungo corso, animati dalla convinzione, che ci ha insegnato il maestro Marc Bloch, fucilato dai nazisti nel 1944, che “l’incomprensione del presente cresce fatalmente dall’ignoranza del passato”.
Il corso sta iniziando adesso la sua fase di lavorazione finale e sarà disponibile online gratuitamente nei prossimi mesi sulla piattaforma WeSchool.
“Uomini mossi da una collera cieca e brutale, ma autentica, avevano incendiato e fucilato; ciò che premeva loro era ormai conservare una fede assolutamente certa sull’esistenza di “atrocità”, che, sole, potevano dare al loro furore un’apparenza di equità; si può supporre che la maggior parte di loro sarebbe inorridita, se avesse dovuto riconoscere la profonda assurdità del terrore panico che li aveva spinti a commettere tante azioni orrende; ma essi non riconobbero mai nulla di simile. Ancora oggi i tedeschi sono in massa probabilmente convinti che moltissimi loro soldati sono caduti vittime degli agguati belgi: convinzione tanto più incrollabile in quanto si sottrae ad ogni esame. Si crede facilmente a ciò a cui si ha bisogno di credere. Una leggenda che ha ispirato azioni clamorose, e soprattutto azioni crudeli, è sul punto di diventare indistruttibile.” Marc Bloch, La guerra e le false notizie
Presentazione: Della Resistenza è già stato detto tutto, o quasi. Sulla crisi della memoria resistenziale e dell’identità antifascista della Repubblica, abbiamo già avuto modo di scrivere in altre occasioni; così come della fase che abbiamo definito di “revisionismo morbido”, subentrata all’offensiva dichiaratamente revisionista portata avanti dalla destra negli anni d’oro dell’ultimo governo Berlusconi (vedi link).
C’è però un lato del periodo resistenziale e soprattutto dell’immediato dopoguerra che viene generalmente messo in secondo o terzo piano, per ragioni di pedagogia pubblica e legate alla necessità di presentare il variegato fronte antifascista il più unito possibile: il dissenso interno rispetto alle scelte di pacificazione nazionale compiute tra la fine della guerra e l’indomani della Liberazione. Fenomeno che riguarda soprattutto la principale forza politica e militare del Cln impegnata nella Resistenza, il Partito comunista. Brigate Garibaldi, Gap e Sap avevano visto emergere al loro interno come leader carismatici e organizzatori impeccabili non solo i più vecchi militanti antifascisti della clandestinità, ma anche giovani dirigenti periferici, capaci di coniugare le esigenze della liberazione dal nazifascismo con più profonde rivendicazioni sociali di eguaglianza.
È il caso di Carlo Meani, primo sindaco di Cinisello Balsamo nominato dal Cln, dopo la Liberazione considerato per certi versi poco adatto alle necessità della strategia togliattiana della “lunga marcia dentro le istituzioni”. Contrariamente a molti altri irriducibili che dichiararono la loro opposizione con veemenza fino, alcuni casi, alla rottura definitiva col partito, Meani, uomo mite di carattere, non espresse pubblicamente il suo pensiero riguardo le scelte del gruppo dirigente comunista. Di lui ci restano testimonianze, foto, alcuni documenti personali e il ricordo di un militante che seppe muoversi con intelligenza in periodi difficili della storia d’Italia.
In questo senso interverremo nell’ambito dell’iniziativa organizzata dal Comune di Cinisello Balsamo e dalla sezione locale dell’Anpi, dedicata proprio alla figura di Meani, cercando di offrire una panoramica complessiva della storia dei comunisti italiani, dalla fondazione del Pcd’I fino alla Liberazione.
Sempre per celebrare il 71° della Liberazione sarà visitabile la mostra: LE IMMAGINI E I VOLTI DELLA DEMOCRAZIA A CINISELLO BALSAMO
Mostra visitabile presso Il Pertini
da domenica 24 aprile a domenica 8 maggio
negli orari di apertura del Centro culturale
Infine il 25 aprile, nel corso della manifestazione per il 71° anniversario della Liberazione verrà intitolata una via cittadina a Carlo Meani, antifascista, perseguitato politico, partigiano, primo sindaco dopo la Liberazione.
Danilo De Biasio, voce storica di Radio Popolare, con cui nella primavera del 2014 abbiamo realizzato il progetto “Autista moravo“, in occasione del 100° anniversario della Grande Guerra, risponde all’articolo del nostro Elio Catania, dedicato al 70° della Liberazione ed alla “memoria pulita”. Ringraziamo Danilo per l’attenzione dimostrataci e auspichiamo arrivino preso altri contributi. Buona lettura!
Di Danilo De Biasio, Radio Popolare. Dal 25 aprile mi domando cosa ha permesso la riuscita di un’iniziativa come #liberidiballare, una serata di ballo – come fece il primo sindaco della Milano liberata dai nazifascisti – organizzata da Radio Popolare, Anpi, Arci e Insmli. Giuro che non è uno spot, ma una domanda che riguarda profondamente il tema che giustamente pone Elio Catania: è possibile ricostruire la storia (recente) di una nazione senza cadere in forme di revisionismo o di sterilizzazione? La mia risposta è sì,si può fare.
Quando nel settembre 2014 ho cominciato a proporre ai dirigenti di Radiopop l’idea di Radio Milano Liberata (la trasmissione che ha partorito l’iniziativa #liberidiballare) ho pensato fosse giusto partire proprio da quello che Elio Catania nomina come pericolo: “l’elemento umano e individuale tanto di moda“. Il rischio – dice – è “un grande carnevale”. Ma credo sia un rischio da affrontare, se non si vuole affidare alle solite star della divulgazione il compito di tramandarci la storia.
Lapsus, in collaborazione con il Comune di Sesto S. Giovanni, Ventimilaleghe e Fondazione Cariplo, all’interno del progetto “Oggi, 25 aprile 1945“, promosso in occasione del 70° anniversario della Liberazione presenta
“Raccogli i tuoi ricordi Metti in comune foto, oggetti e testimonianze sulla Resistenza per rendere la memoria un patrimonio collettivo”
Due giornate di “Collection days”
Sabato 11 e sabato 18 aprile 2015
Dalle 15 alle 19, presso la Fondazione Isec di Sesto S. Giovanni
Raccolta e digitalizzazione di foto, oggetti e ricordi del periodo della Resistenza da versare al Comune di Sesto S. Giovanni. Raccogli i tuoi ricordi e mettili in comune!
Dopo la digitalizzazione tutti gli oggetti saranno riconsegnati ai proprietari.
Orari: lunedì 15-19
da martedì a venerdì dalle 9.30-19
sabato 9.30-18
Come partecipare
1) Cerca in casa foto, oggetti, testimonianze legate ad amici o persone care risalenti al periodo della Resistenza
2) Prenota il tuo appuntamento via mail o in biblioteca
3) Partecipa al Collection day secondo la tua prenotazione: i tuoi oggetti verranno scansiti o fotografati da tecnici professionisti
4) Durante la digitalizzazione, rilascia un’intervista ad un giovane studente a cui affidare la storia dei tuoi ricordi e delle persone a cui sono legati: il modo di migliore per rendere la memoria un patrimonio collettivo anche per le giovani generazioni!
5) Tutti i ricordi raccolti andranno a formare un nuovo fondo dell’archivio del Comune di Sesto S. Giovanni
L’iniziativa promossa dall’Associazione Lapsus, associazione di giovani storici nata presso l’Università degli Studi di Milano ed attiva da tempo sul territorio lombardo, fatta propria dal Comune di Sesto S.G. all’interno del progetto “Oggi 25 aprile 1945” e realizzata grazie all’ospitalità ed il supporto della Fondazione Isec, si terrà sabato 11 e sabato 18 aprile, dalle 10 alle 18, presso Villa Mylius, in Piazza delle Tartarughe.
Il progetto prevede di invitare i cittadini a cercare in casa foto, oggetti, testimonianze legate ad amici o persone care risalenti al periodo della Resistenza e metterle in comune, partecipando ad una delle due giornate di raccolta dei ricordi. Le sale di Villa Mylius diventeranno degli “archivi aperti“, in cui i partecipanti, solo su prenotazione, potranno portare i loro ricordi perchè vengano fotografati e digitalizzati da tecnici competenti, rilasciando anche una breve intervista sui protagonisti dei ricordi e degli oggetti consegnati.