Il concetto

Mafia e globalizzazione, perché le mafie sono oggi al centro dell’economia globale?

Il lungo processo di trasformazione che ha coinvolto le organizzazioni mafiose nel ‘900 è frutto del traumatico e profondo cambiamento di contesto di un secolo complesso e dinamico che ha visto l’abbattimento delle frontiere geografiche a favore di un sistema interconnesso e multipolare.

Mafia, camorra e ‘ndrangheta hanno saputo adattarsi alle spinte del ‘900 riconfigurando persino riti e tradizioni, cambiando il rapporto con i centri del potere locale. Platì, Casal di Principe, Palermo rimangono i centri di irradiazione di un potere globale, in cui reti a maglie strette legano famiglie distanti migliaia di chilometri. Eppure nessuno li definirebbe come centri di potere a livello internazionale, quanto piuttosto località marginali nella geografia del mondo. Da organizzazioni profondamente radicate nel territorio, legate ad usi e costumi locali, ancestrali, le organizzazioni criminali italiane sono diventate potenze globali, in grado di muovere miliardi da un continente all’altro passando dai centri della finanza mondiale.

Questo processo di adattamento ed espansione prende avvio dalla diffusione degli stessi mercati illegali sovrannazionali che, con la globalizzazione, hanno trovato maggiori spazi di manovra e nicchie in cui radicare il proprio business criminale.

Le organizzazioni criminali italiane hanno cominciato ad espandere il proprio potere addirittura un secolo fa, seguendo le rotte dell’emigrazione. Come spiega Francesco Forgione “E’ fuor di dubbio che nel corso del XIX e per la gran parte del XX secolo, il processo di diffusione e insediamento delle mafie italiane ha seguito le rotte della emigrazione italiana: così è stato per i calabresi, i napoletani e soprattutto i siciliani negli Stati Uniti sul finire dell’800 e nei primi anni del ‘900”.

Le reti migratorie hanno garantito nei secoli un legame stretto e diretto tra i luoghi d’origine delle organizzazioni criminali e città e centri industriali fulcro dell’accumulazione di ricchezza mafiosa. Su questi punti di contatti si sono sviluppate vere e proprie enclave mafiose all’estero, in territori insospettati. Grazie a queste struttura sovrannazionali le organizzazioni criminali oggi possono agire con sofisticati sistemi di riciclaggio, triangolazione di denaro, investimento e profitto facendo leva su struttura consolidate da millenni e sui più moderni strumenti della finanza. Proprio il riciclaggio di denaro rappresenta oggi un ponte tra criminalità e società civile che offre ai criminali, che dovrebbero per definizione essere banditi dalla società, gli strumenti per essere invece accolti e integrati nel sistema, arrivando a sedere nei consigli di amministrazione e a contribuire all’assunzione di decisione economiche e sociali rilevanti [Soldi Sporchi, Pietro Grasso].

Proprio in queste connessioni tra il mondo economico legale e le organizzazioni criminali si sostanzia il senso del concetto di rivoluzione criminale, un processo di cambiamento lungo e profondo che porta oggi un’organizzazione come l’ndrangheta ad investire a Wall Street, centro del capitalismo mondiale.

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