Il progetto
Nell’ambito delle nostre attività di ricerca abbiamo avuto modo più volte di confrontarci con il tema della criminalità organizzata. Ne abbiamo discusso all’Università statale di Milano con il laboratorio intitolato “La rivoluzione criminale del ‘900”, tenuto nell’anno accademico 2010/2011, e abbiamo tentato di farne oggetto di divulgazione storica attraverso un documentario dedicato alla “Milano criminale” degli anni ’70 e ’80.
Mafia, ‘ndrangheta e camorra, strutture delinquenziali nate a cavallo del processo di unificazione nazionale, incarnano un elemento durevole della storia d’Italia, un nucleo di potere che fin dalle sue origini ha condizionato, a tutti i livelli, la vita politica, economica e sociale di ampie zone del paese. A partire dai flussi migratori di fine ‘800, passando per “l’età dell’oro” del secolo scorso, fino ad arrivare all’ultima ondata di globalizzazione, queste società criminali hanno rappresentato il lato oscuro della modernizzazione italiana; hanno saputo conciliare, anche se in modo tutt’altro che lineare, modernità e tradizione; sono state in grado di “istituzionalizzarsi” dandosi forme, se non stabili, certo riconoscibili nel tempo per alcuni caratteri peculiari.
Negli ultimi anni i maggiori quotidiani nazionali hanno seguito le cronache di mafia in maniera sempre più assidua e puntuale, non lesinando mai una certa attenzione perversa soprattutto a questo o a quel fatto di sangue, al tal omicidio, alla tal strage.
Del resto, se di mafia e camorra siamo abituati a sentir discutere fin dall’Ottocento, nell’ultimo periodo l’attenzione dei media si è rivolta in particolar modo verso la ‘ndrangheta, specie dopo la strage di Duisburg, che ha portato sotto la luce dei riflettori l’organizzazione criminale storicamente più trascurata dalle istituzioni e proprio perciò favorita nel suo percorso di silenziosa espansione nazionale e globale.
L’attenzione dei media è da considerarsi ovviamente un elemento fondamentale e irrinunciabile della lotta alla criminalità mafiosa, tuttavia è anche vero che nel modo con il quale i mezzi di informazione trattano la materia si nasconde spesso un messaggio oltremodo appiattito sul presente.
Paradossalmente, una copertura mediatica intensa e chiassosa finisce per relegare il tema in una dimensione metastorica, riproponendo scenari sempre uguali a sé stessi, come se questi fenomeni esistessero da tempo immemorabile e fossero destinati perciò stesso ad accompagnarci in un altrettanto indeterminato futuro. È questo un luogo comune tanto radicato quanto fuorviante, frutto scellerato di una retorica sensazionalistica che veicola l’immagine di un paese senza tempo, immobile e gattopardesco.
Proprio dal proposito di rifuggire da simili stereotipi siamo partiti per ripercorrere la storia delle principali organizzazioni criminali italiane. Dall’intento di dare profondità di analisi a fenomeni complessi e poliedrici, e nel contempo di fungere da cinghia di trasmissione fra ricerca scientifica e alta divulgazione, è nato “Novecento criminale”: progetto di una mostra didattica e interattiva sulla storia della criminalità mafiosa, interamente finanziato con il crowfunding attraverso il sito produzionidalbasso.org.
Alla base di questo progetto vi è la convinzione che nella disamina delle associazioni criminali la storia abbia un vantaggio rispetto alle altre discipline umanistiche. Essendo l’universo mafioso multiforme e sfaccettato, per essere compreso necessita di un approccio multifocale che avvicini categorie d’analisi sociologiche, economiche, politologiche ecc. Una funzione di raccordo in questo senso può essere svolta proprio dalla storiografia che, oltre ad avere un’attrezzatura metodologica propria e consolidata, è per sua natura incline all’adozione di strumenti e paradigmi elaborati dalle scienze sociali più diverse.
Crediamo inoltre che la storia assolva al fondamentale ruolo di aiutare a capire, interpretando il passato, cosa accade nel presente. Solo a partire dallo studio di ciò che è accaduto è possibile pensare storicamente l’attualità, interpretando gli eventi alla luce degli sviluppi passati, inquadrando il contingente nella sua giusta cornice spazio-temporale, calando i fenomeni nel proprio contesto di riferimento. Un assunto che in questo quadro assume importanza cruciale, visto che le succitate organizzazioni criminali risultano ben lungi dall’essere estinte.
Sulla base di queste considerazioni abbiamo deciso di strutturare la mostra attraverso un percorso che parte dall’Unità d’Italia per arrivare ai giorni nostri. Concettualmente suddiviso per decenni e con vari inserti di approfondimento, il tragitto si compone di pannelli testuali accompagnati da postazioni interattive e multimediali.
Il lavoro di redazione prende corpo dallo studio delle pubblicazioni monografiche e specialistiche ritenute più attendibili dalla comunità scientifica. Sono stati privilegiati i contributi di carattere storiografico e sociologico, ma sono stati presi in considerazione anche alcuni resoconti giornalistici di particolare valore. Tutte le fonti utilizzate saranno ovviamente verificabili grazie alle bibliografie integrate nella mostra. In sintesi la stesura dei testi consiste in una rielaborazione ragionata e originale di una letteratura cospicua e diversificata.
Su queste pagine pubblicheremo nei prossimi mesi notizie circa l’avanzamento dei lavori della mostra, alcuni contributi di ricerca e di analisi e i nostri lavori di divulgazione nelle scuole.