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Un mondo senza Wall Street? | Audio e materiali

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Mercoledì 28 marzo 2012

Un mondo senza Wall Street?

“Perché la crisi non è finita? I governi annunciano che il peggio è passato. Perché si sono sbagliati e si sbagliano ancora in modo così clamoroso?”

Due incontri con
Francois Morin, Professore emerito di scienze economiche all’università di Toulouse-I, già membro del consiglio generale della Banca di Francia, autore del libro “Un mondo senza Wall Street?” e consulente economico di Francois Hollande nella corsa alle presidenziali francesi;

Leggi e sfoglia on line il dossier a cura di Lapsus!

Ore 14.30, aula Crociera Alta

Università degli Studi di Milano
Via Festa del Perdono 7
Leggi il programma del convegno!

Ore 20.30, Casa della Cultura di Milano

Via Borgogna, 3
Leggi il programma della serata!

Intervista a Francois Morin, di RadioPopolare


Trascrizione a cura di Greta Fedele (Lapsus), dell’intervista a Francois Morin di Radio Popolare.

Francois Morin, sessantasette anni, è un economista che insegna all’università di Tolosa. La sua biografia professionale non è solo quella dell’accademico, Morin è stato anche ai vertici della banca di Francia. Negli ultimi giorni è venuto in Italia per presentare il suo ultimo libro edito da Tropea. Un mondo senza Wall Street? Questo l’interrogativo contenuto nel titolo. È possibile sostiene Morin con un’argomentazione che rimette nelle mani della politica lo scettro del governo di alcune delle più importanti variabili dell’economia finanziaria. I cambi, dice l’economista, le monete, i tassi di interesse, il costo del denaro. I governi devono rimettere le mani su queste variabili, perché su di esse, dice Morin, la grande finanza speculativa ha costruito il castello di carta delle scommesse che sono contenute in tutti i prodotti derivati frutto dell’ingegneria finanziaria di questi decenni. Morin avverte, però, “attenzione la prossima crisi finanziaria sarà l’ultima del mondo con Wall Street” Perché? Da qui comincia la nostra intervista.

“La mia risposta tiene conto del fatto che dopo la crisi finanziaria e dei debiti sovrani, che conosciamo ora, le logiche finanziarie di questa finanza globale non sono cambiate e quindi dobbiamo attenderci una crisi ancora più grave, poiché gli Stati alla fine non potranno rispondere a questa crisi, perché gli Stati sono esangui. Non avranno i mezzi di bilancio, le risorse di finanza pubblica sia per ricapitalizzare le banche sia per sostenere l’economia come hanno fatto in occasione dell’ultima crisi.”

Lei sostiene nel suo libro che dopo il prossimo decisivo crack finanziario la politica dovrà subentrare allo strapotere dei mercati. Dice, cioè, che i governi dovranno mettere mano a una delle cause del crack cioè l’immenso mercato dei prodotti derivati. Ma finora, Professor Morin, la politica si è mostrata subordinata al potere della grande finanza. Perché dovrebbe accadere domani ciò che non è accaduto finora?

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Le radici di una fede. Per una storia del rapporto tra moneta e credito in occidente

Recensione del libro di Massimo Amato, “Le radici di una fede. Per una storia del rapporto tra moneta e credito in occidente“, Milano, Bruno Mondadori 2008.

Se avessero detto a Massimo Amato, autore di “Le radici di una fede”, che il suo libro sarebbe uscito in concomitanza con lo scoppio della più grave crisi economica della storia del capitalismo, probabilmente non ci avrebbe creduto, o almeno non avrebbe creduto di essere così fortunato da azzeccare in modo tanto preciso i tempi. Il suo saggio, infatti, sebbene non sia dedicato specificatamente alla crisi, ci porta a intraprendere un viaggio nella storia del rapporto che lega strutturalmente la moneta e il credito, rapporto che costituisce l’elemento di partenza, l’atomo, come dice Amato, di ogni costruzione finanziaria. Atomo a cui va aggiunto, perché sia appunto fondativo dello spazio economico, un terzo elemento: l’articolazione istituzionale delle funzioni monetarie, in parole povere cioè, delle norme chiare e precise che governino tale relazione.

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Tutta un’altra storia!

Mercoledì 5 ottobre ’11

Università degli Studi di Milano
via Festa del Perdono 7
dalle 10.30 fino a sera

TUTTA UN’ALTRA STORIA!

Festival della storia di inizio anno

Una giornata di iniziative, dibattiti, mostre, musica per inaugurare il nuovo anno accademico guardando a passato, presente e …futuro!
Quattro modalità per condividere sapere e acquisire strumenti concettuali, diverse da quelle a cui siamo abituati dall’accademia…

vi aspettiamo!

Il programma della giornata

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2012: la grande crisi.

giovedì 3 marzo 2011, 14.30, aula 102
c/o Università Statale, via Festa del Perdono 7

presentazione del libro

2012: la grande crisi.

di Aldo Giannuli
Ponte alle grazie, 2010

ne parleranno con l’autore:
Luciano Fasano, ricercatore in Scienza politica, Università degli Studi di Milano;
Massimo Amato, Università Bocconi, co-autore di “Fine della finanza”;
Luca Fantacci, Università Bocconi, co-autore di “Fine della finanza”;

Nel 2012 non finirà certamente il mondo: ma potrebbe cambiare la Storia. Il triennio 2012-14 si prospetta come un crocevia di eventi epocali e la crisi che stiamo attraversando potrebbe intensificarsi gravemente. Fra le cause, la fragilità economica legata al debito USA, e di alcuni paesi europei; la guerra valutaria e commerciale fra Occidente e Cina; la crisi dell’Unione Europea con il rischio di una sua scissione, ed eventi politici di grande portata: le elezioni presidenziali in USA, Francia e Russia, il cambio della dirigenza cinese, la nomina del nuovo governatore della BCE e, nella nostra piccola Italia, la possibilità strisciante di forme soft o meno soft di secessione…

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fine della finanza

in libreria per i tipi della Donzelli

FINE DELLA FINANZA

di Massimo Amato e Luca Fantacci

Si dice, con leggerezza, che tutte le crisi prima o poi finiscono – salvo ammettere in seguito, con altrettanta leggerezza, che ve ne saranno sempre di nuove. Ma le crisi non sono affatto un inevitabile «effetto collaterale» della finanza. Piuttosto, sono la prova di un difetto costitutivo dell’attuale configurazione della finanza di mercato. È pensabile un’altra finanza? Per rispondere a questa domanda gli autori sottopongono la crisi finanziaria a una triplice interrogazione. Che cosa è entrato in crisi? Non semplicemente un insieme di strumenti, ma un’intera concezione della finanza. Le stesse innovazioni che ieri promettevano a tutti, attraverso un crescente indebitamento, benefici indiscriminati, sono diventate improvvisamente causa di sofferenze e di perdite altrettanto indiscriminate. In ogni caso, esse sono il portato di una finanza che manca sistematicamente il proprio fine. Ma il fine della finanza coincide con la fine, ossia con il pagamento a tempo debito e la chiusura dei conti fra debitori e creditori. Da dove viene la crisi? Non da una frenesia di novità e di profitto degli ultimi decenni, ma da una lunga serie di decisioni, più o meno consapevoli. Ripercorrendo a ritroso la storia finanziaria dell’Occidente moderno, il libro rintraccia le radici di un sistema che ha fatto del credito e della moneta una merce, per poter finanziare indiscriminatamente la pace e la guerra. Come uscire dalla crisi?Non accontentandosi di palliativi, capaci solo di preparare ulteriori e più gravi crisi, ma impegnandosi in una riforma del sistema monetario e creditizio fondata su un pensiero adeguato. Ripensare la finanza significa, oggi, imparare a distinguere ciò che troppo spesso è confuso: moneta e credito, moneta e merce, economia di mercato e capitalismo. E riaprire il dibattito sui principi e sui fini implicati da un rapporto sano fra economia e finanza, di cui si sente sempre più drammaticamente l’esigenza.

Massimo AMATO è studioso di storia della moneta e autore di Il bivio della moneta (Egea, 1999) e Le radici di una fede. Per una storia del rapporto fra moneta e credito in Occidente (Bruno Mondadori, 2008). Insegna Storia economica all’Università Bocconi.


Luca FANTACCI, studioso di storia della moneta e del pensiero di Keynes, ha pubblicato La moneta. Storia di un’istituzione mancata (Marsilio, 2005). Insegna Storia economica all’Università Bocconi.

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