Il percorso sul rapporto tra università e lavoro è una delle novità che abbiamo introdotto dopo la nascita della nostra associazione, alcuni mesi fa. Non siamo ovviamente in grado di promettere un lavoro a nessuno, tantomeno a noi stessi, ma in un momento di crisi profonda come quello che stiamo attraversando, abbiamo ritenuto urgente e necessario affrontare questo percorso.
L’impegno che vogliamo prendere è quello di favorire una migliore conoscenza del mondo del lavoro tra gli studenti, sia per quanto riguarda le sue esigenze, e le conseguenti innovazioni e modifiche che la struttura e la concezione dei nostri corsi di laurea dovranno affrontare al più presto, sia per quanto riguarda un rilancio della cultura del lavoro, sempre più inesistente nelle nostre generazioni, in balia delle ingannevoli e rapaci onde della precarietà.
Martedì 22 marzo ’11, ore 10.30, aula Crociera Alta
c/o Università Statale di Milano
Via Festa del Perdoo 7
presentazione dei
QUADERNI DI SAN PRECARIO
Critica del diritto, dell’economia, della società.
ne parleranno: Andrea Fumagalli, università di Pavia; Alberta Giorgi, diversamente strutturati; Massimo Laratro, Avvocato del lavoro, rete San Precario;
“Welcome to the jungle”, benvenuti nella giungla della precarieta’. Una selva oscura fatta di contorti trucchi e fiorenti artifizi, scadenze prossime ed eterni rinnovi, popolata da belve feroci, faccendieri, manager del saccheggio e dell’inciucio, maestri dell’oblio, stregoni del compromesso e sindacalisti della svendita e dei favori. Un luogo da brivido, caldo e afoso, dove al minimo errore, alla prima distrazione, si soccombe. Un luogo assurdo nel quale basta una pacca sulle spalle per segnare il destino di una persona. Guai a non riconoscere i rumori di fondo che, minacciosi, annunciano i pericoli incombenti: i ronzii delle esternalizzazioni, il ruggito cupo delle ristrutturazioni, lo schioccare dei trasferimenti, il verso dei licenziamenti e dei mancati rinnovi, fino a distinguere, le sottili vibrazioni che separano gli inbound dagli outbound.
Il 29 aprile abbiamo tenuto un interessante incontro in occasione dei 40 anni della conquista dello Statuto dei lavoratori. Di seguito potete scaricare ed ascoltare gli audio degli interventi ed un articolo di presentazione al seminario.
IL LAVORO NON E’ UN GIOCO!
A quarant’anni dall’approvazione dello Statuto dei Lavoratori, che cosa è cambiato? Di fronte a uno statuto formalmente inalterato, una realtà lavorativa sempre più distante da quella degli anni in cui lo statuto venne conquistato. Quale futuro per le giovani generazioni?
relatori: Claudia Magnanini, docente di Storia dell’Europa contemporanea presso l’Università Statale di Milano; ascolta l’intervento Elena Lattuada, segretario generale CGIL lombardia; ascolta l’intervento Massimo Laratro, Avvocato Punto San Precario; ascolta l’intervento
La legge n. 300, meglio nota come “Statuto dei Lavoratori”, approvata il 20 Maggio del 1970, a seguito delle tensioni sociali e delle lotte sindacali della fine degli anni Sessanta, conosciute come la stagione dell’autunno caldo, ha rappresentato una svolta dal punto di vista sia politico che giuridico nel sancire positivamente alcuni dei diritti fondamentali del lavoratore e delle sue rappresentanze sindacali. Lo Statuto ha, infatti, portato i diritti del lavoro, solennemente proclamati nella Carta costituzionale del 1948, a fare il loro definitivo ingresso nelle fabbriche e nelle dinamiche quotidiane dei luoghi di lavoro. Una svolta determinante per l’effettività di principi e tutele di legge ancora gracili, spesso disattesi nei contesti lavorativi del tempo, quando un semplice “cenno del capo” consentiva al datore di lavoro di sbarazzarsi senza troppi problemi delle persone non gradite in azienda. Ed una svolta decisiva anche per la libertà e dignità di un lavoratore fino ad allora oggetto di interventi protettivi di impronta paternalistica. Senza alcuna possibilità di riscatto come persona, prima ancora che come protagonista dello sviluppo economico e sociale del Paese. Che significato ha, però, parlarne oggi, dopo 40 anni, in una situazione lavorativa che vede il problema della disoccupazione e del precariato in primo piano?