Il Rettore Gianluca Vago permette l’ingresso in Università della polizia.
Ieri pomeriggio l’Università degli studi di Milano ha subito uno sfregio gravissimo. Da anni infatti non si assisteva all’irruzione violenta della polizia in assetto antisommossa all’interno dell’università: questo è quanto avvenuto ieri quando, dopo lo sgombero e la distruzione dei locali della libreria ex-cuem da parte dell’università per la costruzione di un nuovo spazio adibito a macchinette del caffè (si, avete letto bene), polizia e carabinieri hanno caricato violentemente gli studenti che stavano chiedendo con determinazione ma senza alcuna violenza, un nuovo spazio dove poter proseguire il loro progetto.
Ingresso libero Orari di apertura
-7 dicembre: dalle 14 alle 20
-8 e 9 dicembre: 9-12.30 | 14-19
-dal 10 al 14 dicembre: 9-12.30 | 14-17.30
Inaugurazione venerdì 7 dicembre ore 17
Sotto il video della presentazione della mostra all’Università di Bologna
Brescia, 16 novembre 2010. Viene emessa la sentenza del processo per la strage di piazza Loggia del 28 maggio 1974. Ancora una volta, dopo trentasette anni, la magistratura del nostro paese non ha avuto il coraggio di condannare nessuno degli imputati per quella tremenda vicenda, marchiata a fuoco dall’eversione neofascista dell’epoca.
“..un apologo su una società che vive il suo declino disseminato di rovine, siano esse di cemento o di brandelli di carne, di siringhe infette o di sentimenti avariati. Ma soprattutto di indifferenza e superficialità colpose.”
Interverrà, con l’autrice:
Giulio Cavalli, che terrà anche delle letture del libro.
Un documentario per tentare di raccontare lo sviluppo del fenomeno criminale nella metropoli lombarda dagli anni 50 alla fine degli anni 80.
Un esperimento, un mettersi alla prova. Mostrare con le immagini le evoluzioni e le trasformazioni della malavità a Milano per studiare e diffondere un’idea: per studiare la contemporaneità, gli ultimi decenni della nostra storia, non possiamo continuare a ignorare un fenomeno complesso come quello criminale.
Da quella che veniva chiamata ligèra fino alla scomparsa delle bande criminali di Vallanzasca, Turatello e Epaminonda. La criminalità organizzata è ormai diventata parte integrante del tessuto sociale, economico e finanziario della nostra città. E come tale deve essere studiata.
Abbiamo provato a raccontare i passaggi che hanno portato alla situazione odierna.
1- La ligera
Alla fine della guerra Milano era una città in ginocchio. I bombardamenti avevano portato distruzione, fame e avevano distrutto famiglie e tessuto economico e sociale. Ma Milano era stata anche la capitale della Resistenza, della lotta di Liberazione, con tutte le speranze, le illusioni e le delusioni che questa aveva prodotto. Da Milano cominciarono a mettersi in circolo le energie per la ricostruzione. Ma nel frattempo, bisognava arrangiarsi.
Fiorisce la ligèra. Furti negli appartamenti, piccole rapine, ricettazione. Chi non riesce a reinserirsi nel tessuto economico della città, chi non vuole passare la vita alla catena di montaggio è così che cerca di sopravvivere.
2- Arrivano i Marsigliesi
Ma intanto Milano cresce. Dopo la guerra ricomincia sempre più a correre, verso la crescita, verso lo sviluppo, verso la ricchezza. E con la città, anche la criminalità cresce, si abitua e si adatta alle nuove forme della metropoli. Uno stimolo importante lo porta un vento nuovo che soffia in città…un vento che parla francese…
È così che il modello di gangsterismo a bande tipico degli Stati Uniti anni 30-40 si trasfersice, via Marsiglia, a Milano. Il cinema in questo processo gioca un ruolo importante. Film come “Il favoloso colpo da 8” o “La rapina del secolo” affascinano le platee dei cinema di periferia, spesso si sente il pubblico esultare per la riuscita di un colpo.
Inoltre Marsiglia, e con lei tutta le Francia, diventano luoghi sempre meno accoglienti per i criminali, e diversi nomi del milieu marsigliese si trasferiscono in Italia. Su tutti, Albert Bergamelli.